Progetto Formativo

Il calcio è uno strumento educativo

Come può il calcio trasformarsi in uno strumento educativo? Dipende innanzitutto da come viene insegnato e, quindi, dalla preparazione degli allenatori. Ma dipende anche dal calcio stesso. Prima di tutto perché il calcio piace. Cattura l'attenzione e, quindi motiva da solo all'impegno, all'accettazione della fatica e a trovare tutte le risorse per farcela.
E questo, nella vita, è fondamentale!
Allena all'autonomia e all'iniziativa, alla responsabilazione e quindi alla libertà perchè ha regole ben precise, chiare, entro le quali il giovane può esercitare tutta la creatività senza rischio di trovarsi senza misure da rispettare.
Abitua a tener conto degli altri, a fare insieme e a socializzare. Il "collettivo", infatti, mette insieme le forze di tutti e pretende che ognuno si metta al servizio di tutti gli altri, il collettivo è un legame affettivo che si fonda sul rispetto, sulla stima, sulla partecipazione, sulla disponibilità ad accettare i contributi degli altri e rispondere con eguali contributi. Il calcio allena al coraggio.
Abitua infatti a fare da soli ed ad essere responsabili, a mettersi alla prova anche quando non si può riuscire, a misurarsi senza violenza, ad imparare.
E infine, il calcio, chiama i genitori a partecipare.

Genitori... che fare!

E allora, cosa dobbiamo fare noi genitori per partecipare all'educazione sportiva  dei nostri figli? Innanzi tutto dobbiamo creare le condizioni perché lui provi gusto e interesse per lo sport. Bisogna saper essere presenti senza dare soluzioni pronte, senza chiedergli troppo o troppo poco o fargli credere di essere più "forte" di quello che è; ha qualità, limiti, obiettivi, desideri, bisogni, motivazioni e incertezze che lo portano ad errori e successi.
Dobbiamo con lui essere obiettivi e lanciare messaggi chiari, dobbiamo apprezzarlo per ciò che sa fare ed esercitare, insieme, una critica giusta. Se vogliamo educare, dobbiamo avere fermezza, se vogliamo educarlo alla vita da adulto, dobbiamo pretendere che impari a pagare sempre il prezzo delle mancanze, non eludendo mai i doveri che gli spettano.
E parlando di sport, dobbiamo pretendere che ne impari e rispetti le regole, che rispetti il ruolo degli altri, non dimenticando mai che dobbiamo insegnargli a competere e vincere sempre sulla base delle proprie capacità ed azioni.

Genitori... cosa non fare!

Molto spesso, portiamo nello sport, certi nostri difetti di genitori, desideriamo che nostro figlio ce la faccia dove noi siamo riusciti, non pensando che i suoi sogni potrebbero essere diversi dai nostri, spesso non riusciamo ad essere imparziali e non accettiamo che l'allenatore di nostro figlio ci freni; per noi nostro figlio è sempre il migliore, capace di arrivare a qualsiasi livello. Spesso pretendiamo che giochi come vogliamo noi senza le sue capacità e i suoi desideri, a volte ci facciamo rapire dai sogni e siamo disposti a tutto purché "sfondi". Spesso pretendiamo che sia per forza un campione, che non possa sbagliare o perdere e che faccia cose impossibili; altre volte lo convinciamo che non ce la farà mai. Lasciamolo amare lo sport, accontentiamoci che sia ciò che può essere che è sempre il massimo per ognuno di noi.